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Campagne pubblicitarie migliori

Le quattro campagne pubblicitarie migliori di sempre

Una campagna pubblicitaria non è solo uno stratagemma commerciale per vendere un prodotto. Si tratta di veicolare i valori di un marchio, sensibilizzare il pubblico rispetto a un argomento, e spesso farlo attraverso idee innovative che passano attraverso concept e supporti utilizzati in maniera inusuale e impattante. Per una tipografia come AZEROprint, che spesso si pone come partner affidabile a diversi players del mercato pubblicitario, tenere sempre un occhio aperto sul mondo dell’advertising è fondamentale. Ecco perché, in questo articolo, abbiamo inserito le quattro campagne pubblicitarie migliori di sempre.
Una campagna pubblicitaria è spesso frutto di un ragionamento che si spinge oltre le semplici caratteristiche di un prodotto o un brand. 

Dietro a un concept vincente, si nasconde il lavoro di creativi, grafici e copywriter che lavorano in sinergia per veicolare un messaggio in maniera originale attraverso idee che impattino in maniera profonda sull’immaginario del pubblico.

È questa la differenza tra una campagna originale davvero vincente e le altre: il modo in cui essa porta un potenziale acquirente a dire: «Sì, scelgo voi!»

Ecco quelle che, secondo noi, sono le quattro migliori campagne pubblicitarie di tutti i tempi.
 
Volkswagen campagna think small

La rivoluzione “in piccolo” di Volkswagen


Iniziamo facendo un bel passo indietro, addirittura al 1959. 

Stiamo parlando della campagna pubblicitaria ideata dall’agenzia Doyle Dane Bernbach per Volkswagen.

L’obiettivo era pubblicizzare il famoso VW Beetle, la prima “auto piccola” apparsa nel mercato statunitense in cui già al tempo dominavano vetture di grandi dimensioni.

Per rendere questa peculiarità un aspetto distintivo ma, soprattutto, vincente, l’agenzia pubblicitaria ha creato una campagna che viene tutt’oggi considerata un esempio di copywriting e creatività uniti in maniera geniale: un’auto piccola, compatta, economica e sicura, per distinguersi davvero. 

Sfondo bianco, “maggiolino" rappresentato in piccolo e semplicemente un payoff di grande impatto: Think Small. 

Si trattò di un’evidente dimostrazione che un approccio di marketing sincero, audace e originale può rappresentare una scelta di successo.
 

1984: l’anno di rottura, per Apple


In questo caso non parliamo di affissioni ma di uno spot pubblicitario.

Nel 1984 Apple, in occasione del Superbowl, propose una pubblicità diretta dal regista Ridley Scott in cui si suggeriva un diretto riferimento al romanzo di George Orwell intitolato, appunto, "1984".

La pubblicità riprendeva il concetto di dittatura espresso nella trama del libro, riadattandolo al mondo della tecnologia: essenzialmente, grazie a Apple, finiva finalmente la noiosa e grigia egemonia dei PC.

Un concetto forte e di grande impatto, divulgato con intelligenza strategica all’interno di uno spazio televisivo seguito da milioni di persone.
 
McDonald's I'm Lovin It bacio

L’amore, per McDonald’s


Tutti conosciamo il celebre payoff con cui McDonald’s si è resa celebre in tutto il mondo: I’m lovin’ It.

Non tutti, però, potrebbero ricordare un’immagine risalente all’inizio degli anni 2000 con cui il celebre slogan - e il concetto di amore che porta con sé - è stato diffuso al grande pubblico. 

Stiamo parlando di una pubblicità che ancora oggi è considerata uno dei più grandi capolavori di marketing relativo all’industria alimentare: nella rappresentazione, pare di osservare due bocche che si stanno avvicinando per baciarsi, ma fissando a lungo l’immagine si nota che una delle due è… un hamburger!

Davvero un’intuizione creativa geniale, a cura dell’agenzia Heye & Partner.
 
Benetton prete e suora bacio

Benetton: il genio di Oliviero Toscani che “unisce e divide”


Impossibile non concludere questo elenco celebrando l’indimenticabile genio di Oliviero Toscani.

Chiunque ricorda le immagini scattate negli anni ’90 per Benetton dal famoso fotografo: attraverso l’unione di opposti, spesso contrastanti, si sottolineava in maniera forte e dissacrante il payoff “United Colors”.

Tra tutte, abbiamo scelto quella che fece più parlare di sé: il bacio tra il prete e la suora.

In tutte le fotografie di Toscani c’era sempre l’intento di spingere la comunicazione oltre il semplice marchio di moda, portando il pubblico a riflettere su importanti temi d’attualità attraverso provocazioni che non potevano lasciare indifferenti.


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